A Proposito di Synecdoche, New York – La Recensione

Synecdoche, New York: la recensione del film in arrivo nei nostri cinema il 19 giugno. La pellicola, diretta da Charlie Kaufman, è interpretata dal compianto Philip Seymour Hoffman nei panni di Caden. Nel cast anche Catherine KeenerMichelle WilliamsSamantha MortonEmily WatsonDianne WiestJennifer Jason Leigh e Hope Davis.

“Ho scoperto come portare avanti lo spettacolo.
Si svolgerà tutto in un solo giorno.
E quel giorno sarà il giorno prima della tua morte, il giorno più felice della mia vita.
E così sarò in grado di riviverlo per sempre”

SYNECDOCHE NEW YORK – LA TRAMA

Dovrei rivederlo. Anzi, dovrei guardarlo ancora e ancora, più e più volte.
Dovrei guardarlo meglio per poterlo capire anche solo un pò di più, anche se ho la certezza che la sua comprensione assoluta e totale sia una cosa estremamente difficile da raggiungere.
Synecdoche New York è un film difficile da raccontare; è la prima opera dietro la macchina da presa di Charlie Kaufman, colui che ha partorito le sceneggiature di “Essere John Malkovich“, “Confessioni di una mente pericolosa” e “Se mi lasci ti cancello“. E con questo dovrei aver detto tutto.
E’ una rappresentazione della mente di un uomo; un immenso, poetico e poco raccontabile viaggio nei pensieri, nelle idee e nelle elucubrazioni del regista e autore teatrale Caden Cotard, interpretato da Philip Seymour Hoffman.
Un film che parla della vita e della morte, del ruolo che ognuno di noi ha in questa esistenza, della ricerca di un senso o semplicemente della felicità; è un film che parla di malattia, disperazione, solitudine, problemi relazionali, metafisica e mal d’amore. Affronta tematiche emotive molto serie, ma in modo curioso e a volte, perché no, anche spassoso, mescolando il fantastico con emozioni molto profonde.
E’ come l’autunno, così triste e malinconico, ma di una bellezza rara, la stagione preferita dai poeti.
In questo film non è necessario arrovellarsi sul significato di tutti i particolari e le metafore presenti perché ognuno può cogliere significati differenti in base alla propria personalità. 

Caden Cotard, interpretato da Philip Seymour Hoffman, è un quarantenne regista teatrale nella cittadina di Schnectady che vede la vita crollargli addosso: il suo matrimonio con l’artista Adele (Catherine Keener) sta per finire ed è afflitto da una serie di malattie sempre più deterioranti. Sente che il tempo gli sta sfuggendo di mano e teme di morire da un momento all’altro senza avere avuto l’opportunità di portare a termine qualcosa di importante nella sua vita. La sua psicologa, Madeleine Gravis (Hope Davis), è più brava a promuovere il suo ultimo best-seller di quanto non lo sia come terapeuta. La sua recente relazione con l’attraente Hazel (Samantha Morton) è naufragata prematuramente. E una misteriosa malattia sta bloccando in modo sistematico le sue funzioni neurovegetative, una dopo l’altra.
Quando riceve un riconoscimento e un premio in denaro, decide di utilizzarlo per mettere in scena a New York una gigantesca pièce teatrale. Vuole creare una grande capolavoro. Pensa che la sua vita stia per finire, è pervaso da un senso di sofferenza d’amore, di morte e di separazione e desidera lasciare un’opera vera, sincera e straziante, esattamente come è la vita.
Con il rapido trascorrere degli anni, Caden si immerge sempre più profondamente nella sua opera. Mentre spinge all’estremo i limiti dei suoi rapporti personali e professionali, avviene un cambiamento nella direzione artistica quando arriva la celebrata attrice teatrale Millicent Weems (Dianne Wiest) che potrebbe offrire a Caden l’interruzione di cui ha bisogno.
Nell’opera di Kaufman ci sono talmente tanti dettagli che è una sfida intellettualmente impossibile coglierli tutti a una prima visione del film. Come il titolo: il significato della parola ‘sineddoche‘ è un termine utile da sapere ma tuttavia nel film la parola non viene mai menzionata.
Per chi fosse interessato: dicesi sineddoche figura retorica che consiste nell’esprimere un’idea usando una parola di significato più ampio o meno ampio di quella propria.
Si, devo proprio rivederlo.

SYNECDOCHE NEW YORK – IL TRAILER

Marco Visco

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