Sweet Country: la recensione del film diretto da Warwick Thornton. Nel cast Hamilton Morris, Sam Neill, Bryan Brown, Thomas M. Wright, Matt Day, Ewen Leslie, Anni Finsterer, Gibson John, Tremayne Doolan e Nastassia Gorey-Furber.
Premiato con il riconoscimento speciale della Giuria alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Sweet Country è l’ultimo lavoro del regista australiano Warwick Thornton, vincitore in passato della Caméra d’Or al Festival di Cannes con Sansone e Dalila. Ispirato ad un fatto realmente accaduto in Australia alla fine degli anni ’20, Sweet Country è un classico western che si concentra su un tema spesso dibattuto al cinema – con alterne fortune, ovvero il razzismo. La particolarità della vicenda è che in questo caso il tema viene affiancato ad un fatto di sangue che mette in moto la macchina della giustizia attraverso varie fasi contrastanti. Prima di arrivare ad un regolare processo, nel quale si dovrà accertare la responsabilità e le modalità per le quali un guardiano aborigeno ha ucciso un proprietario terriero, la colpevolezza dell’uomo viene decretata a priori dall’odio razziale e dalla differenza di rango.
L’uomo intraprende un lungo viaggio insieme alla moglie, conoscendo le dinamiche sociali nelle quali è inserito e la possibile mancanza di diritto alla difesa che subirebbe. Costretto a costituirsi a causa delle condizioni fisiche della donna, Sam Kelly viene processato regolarmente, scontrandosi con il crescente malessere della comunità. Sweet Country è un film che a livello stilistico non regala grosse intuizioni, mostrandosi come un western d’altri tempi senza avere il fascino di cui dovrebbe disporre per poter risultare un film volto a riportare a galla uno dei generi più amati dai cinefili.
Ciononostante le spettacolari location australiane fanno da cornice ad una storia che, seppur fin troppo lineare (al di là di qualche flashforward) nel suo svolgimento, regala un finale assolutamente azzeccato e un protagonista che sa districarsi piuttosto bene in un ruolo solo apparentemente convenzionale. Nel cast anche un attore di talento ed esperto come Sam Neill, purtroppo relegato in un personaggio dal profilo interessante – un uomo profondamente religioso e l’unico a prendere le difese dell’imputato e a dimostrarsi slegato dal contesto idelogico nel quale vive – ma piuttosto marginale. L’impressione è che Thornton avrebbe potuto osare di più per creare un’opera che scavalcasse il didascalismo verso il quale inevitabilmente il film sembra dirigersi.
SWEET COUNTRY – LA TRAMA
Australia, 1929. Sam Kelly (Hamilton Morris), guardiano di bestiame aborigeno, uccide il violento proprietario terriero bianco Harry March (Ewen Leslie) per autodifesa. Impaurito e scosso per l’estremo gesto, fugge insieme alla moglie ma, quando scopre che la donna è incinta, si consegna alle autorità. Nonostante la giustizia faccia il suo corso, il suo destino rimane legato al sangue.
SWEET COUNTRY – TRAILER
Davide Sica