Sin City – Una donna per uccidere: la recensione della pellicola diretta da Robert Rodriguez e Frank Miller, nelle sale cinematografiche italianea partire dal 2 ottobre, in 2D e 3D.
Nel cast Joseph Gordon-Levitt, Rosario Dawson, Bruce Willis, Jessica Alba, Mickey Rourke,Eva Green e Josh Brolin.
SIN CITY UNA DONNA PER CUI UCCIDERE – LA TRAMA
Quando nel 2005 uscì al cinema Sin City fu un successo immediato di critica e pubblico. Una pellicola grintosa che esplorava nuove tecniche di realizzazione e inventava un modo nuovo e innovativo di fare cinema con il green screen. I co-registi Robert Rodriguez e Frank Miller riuscirono così nella tanto insidiosa quanto affascinante impresa di trasportare il graphic novel in bianco e nero di Miller sul grande schermo.
E a distanza di dieci anni il mondo fumettato di Sin City, fatto da donne coraggiose, eroi imperfetti e crudeli nemici, è tornato in vita. Con le stesse immagini dei fumetti, lo stesso tratto di Miller e lo stesso abuso di CGI; con il medesimo contrasto accecante tra bianco e nero, lo stesso schema narrativo con salti temporali, gli stessi dialoghi con accento fumettistico e con il ritorno di molti dei vecchi abitanti della città del peccato.
Un film ben fatto, accattivante, crudele e audace, così come il primo capitolo. Ma forse, proprio per questo, l’emozione è andata un po’ diminuendo fallendo il fattore novità. Anzi, a dirla tutta una novità ci sarebbe: il 3D.
La tecnica a tre dimensioni esalta al massimo l’universo di Sin City e l’estetica in bianco e nero è potenziata dall’esperienza del 3D, non invasivo ma coerente alla struttura della storia. Il 3D ci aiuta a concentrarci sugli elementi funzionali alla narrazione entrando all’interno della graphic novel.
Come nel primo film, il mondo virtuale di Sin City è tutto in digitale, ma la novità tecnologica ha permesso a Rodriguez di raggiungere un aspetto ancora più fedele alle illustrazioni di Miller.
Altra nota positiva sono le storie, dove la struttura, così come nel primo film, divide i 102 minuti di durata in tre episodi sapientemente intrecciati tra loro: un episodio principale, basato sulla grapich novel Una donna per cui uccidere, affiancato da due inediti, scritti appositamente per il cinema: Quella Lunga, Brutta Notte e L‘Ultimo Ballo di Nancy.
Nella prima Joseph Gordon-Levitt interpreta un giovane giocatore d’azzardo che sfida e sconfigge più volte il perfido Senatore Roark (Power Boothe) suscitando la sua ira e la sua vendetta.
In L’Ultimo Ballo di Nancy, invece, Jessica Alba torna nei panni della bella ballerina di lap dance, la cui vita è precipitata nel baratro dopo la morte dell’amato Hartigan (Bruce Willis). Così la spogliarellista decide di vendicare la morte del suo uomo con l’aiuto di Marv (Mickey Rourke).
La storia centrale, Una Donna per cui Uccidere, è precedente a Un’abbuffata di Morte (presente nel film del 2005) e mostra come Dwight McCarthy sia arrivato ad avere una plastica facciale. L’episodio, inoltre, introduce una delle donne più malvagie e fatale dell’universo creato da Frank Miller: la bella Ava Lord (in italiano Eva Lord), interpretata dalla splendida Eva Green.
L’attrice, già presente anche nel seguito di 300, è totalmente a proprio agio nei panni della femme fatale per eccellenza, con i suoi capelli neri, i suoi occhi verdi e le sue tante scene di nudo mai volgare, perché avvolta dal fascino del noir. La Green incarna alla perfezione “il sogno più glorioso di ogni uomo e allo stesso tempo il loro incubo peggiore”.
Incarna una donna per cui uccidere.
SIN CITY UNA DONNA PER CUI UCCIDERE – IL TRAILER
Marco Visco