A proposito di Narcos 1×01 – Discesa

José Padilha, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico si assume l’arduo compito di raccontare, assieme a Paul Eckstein e José Luis Escolar, la storia del più grande trafficante di cocaina di tutti i tempi: Pablo Emilio Escobar Gaviria.

Chiusa la parentesi fortunata del remake di RoboCop, José si rimette in gioco sfruttando la serie targata Netflix per approfondire un criminale colombiano che, nel bene o nel male, ha lasciato un segno indelebile in tutto il mondo a partire da Medellìn, il luogo di nascita di Pablo situato nella parte occidentale della Colombia.

Steve Murphy (Boyd Holbrook) è un agente della DEA (Drug Enforcement Administration) ormai instauratosi in Colombia che viene incaricato di sgominare la banda di un pericoloso narcotrafficante conosciuto come Veleno (Jorge A. Jiménez).

L’irruzione della polizia equivale a un agguato simile a quello che facevano i rapinatori per impadronirsi di tutti i beni che avevano i passeggeri in una diligenza dopo aver eliminato gli oppositori.

Sono azioni assolute non degne di tutori della legge, ma Steve, in prima persona, invita tutti i telespettatori ad ascoltare cosa abbia da dire in sua difesa prima di trarre conclusioni affrettate.

NARCOS 1×01 – LA TRAMA

La sigla piena di fotografie storiche e una colonna sonora tipicamente colombiana sono l’unica pausa concessa per dare successivamente il via ad un documentario vero e proprio, che è stato il vero e proprio fiore all’occhiello della carriera di José.

Il confine non proprio netto tra buono e cattivo è senz’altro il messaggio di questa prima puntata perché per quanto una persona nasca con tanti valori, i fattori esterni possono stravolgere tutto e trasformare l’uomo di cui ogni città ha bisogno in un mostro col passare del tempo.

E’ anche vero che basta una piccola svista durante un’inaccettabile esecuzione militare, per creare un fenomeno che forse non sarebbe mai esistito se il cattivo in questione si sarebbe comportato come tale fino in fondo.

E’ il caso di Mateo Moreno (Luis Gnecco), detto lo Scarafaggio (la Cucaracha), scampato a morte certa e la mancata perdita di un elemento simile ci porta a conoscere Pablo Emilio Escobar Gaviria (Wagner Moura), un’autorità affermata in Colombia che si sostituisce alla polizia e non c’è nulla che si muova senza che lui non lo venga a sapere.

Spostandoci a Miami, abbiamo il giovane Steve alle prese con piccoli ladruncoli da quattro soldi in cerca di guadagni facili attraverso la spaccio di droghe leggere.

E’ un mestiere che Steve conduce senza troppi problemi col partner Kevin Brady (A.J. Buckley) tanto che, in modo rocambolesco, trova anche l’amore.

Le rivelazioni di Mateo concretizzate da Pablo in ambizioni che vanno al di là dei confini della Colombia, sono il punto di non ritorno che permetterà a Miami in primis di sottovalutare gli effetti della cocaina sul popolo americano.

Effetti che prevedibilmente porteranno a innumerevoli stragi e una violenza inaudita che sorprende Steve e tutto il corpo di polizia, abituati ormai a occuparsi di stupefacenti come se dovessero bere un bicchiere d’acqua.

Di fronte a questa piaga sociale, il governo americano è obbligato a reagire e incomincia ad adottare opportune misure di sicurezza e prevenzione senza però rendersi conto di lottare contro i mulini a vento.

Tornando in Colombia, il successo che la cocaina sta regalando a Pablo e soci non è passato inosservato. L’avidità, però, in particolare quando si parla di una cifra spropositata di soldi, gioca brutti scherzi e costringe Pablo a privarsi di un alleato fondamentale che non approvava l’estensione degli affari in così larga scala.

Un corriere della droga non autorizzato è la chiave di volta che consente a Steve e Pablo di incrociare le proprie strade riportandoci al presente del 1989 in Colombia.

Dopo la brutta esperienza che Steve ebbe dieci anni fa a causa di un male che non conosce l’estinzione, alla vista dei cadaveri di Veleno e compagnia bella, abbiamo un agente che non si scompone per niente e verifica freddamente se il lavoro è stato portato a termine.

Adesso tutto appare più chiaro e possiamo giudicare essendo stati informati dei fatti precedenti.

Una partenza a dir poco eccezionale grazie ad una linearità degli eventi e una grande cura nei dettagli che ci apre la mente e ci fa sviluppare una conoscenza che in pochi vantano di avere. E’ questo il giudizio che ci sentiamo sinceramente di esprimere.
C’è chiaramente tutta l’esperienza del regista nel narrare per filo e per segno come la cocaina abbia iniziato a primeggiare distruggendo l’esistenza di migliaia di persone.

Lo sgarbo fatto da Steve ha inevitabilmente attirato l’attenzione di Pablo, che ha preso subito di mira il poliziotto senza pensarci su due volte vantando, in passato, uccisioni non di poco conto nel ramo della polizia. Tuttavia, è una guerra che non durerà in breve tempo e l’espressione di Steve è la prova più schiacciante che possiamo avere.

NARCOS – L’OPENING

Giovanni Calogero

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