L’affido – Una storia di violenza (Jusqu’à la garde): la recensione del film del 2017 diretto da Xavier Legrand con Léa Drucker, Denis Menochet, Thomas Gioria, Mathilde Auneveux e Mathieu Saikaly.
Due genitori si fronteggiano davanti al giudice per contendersi l’affidamento del figlio più piccolo, non ancora maggiorenne. Lui e la sorella sembra preferiscano stare dalla madre; il padre davanti al giudice nega ogni accusa di violenza fisica e psicologica ai danni della propria famiglia. Massiccio e dagli occhi porcini, Antoine si rivela pericoloso per la sua famiglia, e per suo figlio in particolare, unico ancora minorenne ancora costretto a vedere il padre, in un’escalation di violenze e minacce ben raccontata da Legrand.
Jusqu’à la garde – che tradotto vuol dire “l’affido” – offre una casistica completa di tutto quello che può accadere quando si ha a che fare con un ex marito violento, geloso e ricattatore. Altamente realistico per l’attualità del tema scelto e per la trattazione che Xavier Legrand ne offre, Jusqu’à la garde è un sobrio e film senza fronzoli con degli attori straordinari e un finale che sorprende per l’alta tensione trasmessa. Complimenti a Legrand, tutto fuorché navigato cineasta. Che invidia per questi francesi che scrivono e dirigono così bene, mentre a noi toccano torture come Hannah o Una famiglia in concorso.
L’AFFIDO, UNA STORIA DI VIOLENZA – TRAILER ITALIANO
Francesca Sordini