La Teoria del Tutto: larecensionedel film diretto dal regista premio OscarJames Marshche è stato presentato al 32°Torino Film Festivalnella Sezione Festa Mobile.The Theory of Everythingarriverà nei cinema italiani il15 gennaio 2015.Nel castDavid Thewlis, Eddie Redmayne, Emily Watson, Felicity Jones.
StephenHawkingè un giovane e brillante studente di fisica aCambridge. Determinato a scoprire i misteri dell’universo attraverso un’unica equazione, egli si appresta a conseguire il dottorato, passando attraverso l’inizio dellamalattiadel motoneurone e l’amore per la dolce Jane..
Tratto dalla biografia di Jane Hawking, per anni moglie diStephen, l’atteso film di James Marsh viene presentato al Torino Film Festival in una serata che precede l’arrivo del protagonista,Eddie Redmayne, proprio alla kermesse.
Come da molti previsto la pellicola di Marsh è un filmessenzialmentecostruito per partecipare alla Oscar Race. Ne ha tutti gli ingredienti del resto: unapersonalitàstorica, una trama commovente, un dramma personale e un interpretegiovanee di talento. Per Eddie Redmayne ruolo e film potrebbero rappresentare il veropunto di svoltadi una carriera al cinema che già gli ha riservato in passato alcune soddisfazioni. Marsh si concentra soprattutto sul latoprivatodel professor Hawking, visto essenzialmente insoggettivadagli occhi della forte e determinata compagna di vita, Jane (Felicity Jones).
Vediamo così i suoi sforzi per rimanere accanto al marito, accudire i figli econviverecon la straordinaria brillantezza di uno degli uominipiù genialidel ventesimo secolo.
È indubbio che anche in questo film lamalattiadel protagonista faciliti certi aspettinarrativima il regista è bravo a dosare questa sorta dipatata bollente: ne è consapevole della pericolosità e cerca in tutti i modi di essere sincero con lo spettatore e indubbiamente la visione soggettiva della donna nei confronti delle difficoltà del marito lo aiuta.
“The Theory of Everything” tuttavia racconta con rara delicatezza e dolcezza l’affascinanteparabola esistenzialedi Stephen Hawking, risaltandonel’incredibile ironia, mescolando il dramma con il divertimento.
Il premio Oscar James Marsh attinge sapientemente al ricco talento di Redmayne, con inquadrature che richiamano lacircolaritàdel tutto, senza marcare troppo e in modo ossessivo su un particolare aspetto; sono pochi gli snodi trattati in modohollywoodiano classicononostante una colonna sonora intensa e tendenzialmente “americana” nella sua concezione.
Il film commuove grazie ahumoure cuore, grazie alla straordinaria prova degli attori e a alla magica fotografia, regala sceneradiosee piene colorazionibluastreche ne aumentano malinconicamente la percezione.
“La Teoria del Tutto” commuove perché ci racconta quanto possa essereinfinitae senza confini la mente umana, anche quando limitata dalfisico. Le nomination all’Oscar sono pressochéassicurate, così come la corsa di Redmayne alla cinquina finale come miglior attore. La sua sofferta interpretazione di Stephen Hawking impreziosisce il film di quel tanto che basta a farceloamaree a rendere ancora più affascinante il binomio tra colui che, con i suoi studi suibuchi neri(non siamo in un film di fantascienza…), sui confinidell’universoe con la sua tragicafisicitàha cambiato la visione dellospazio e del temporealmente e ha rappresentato iconicamente il mondo della scienza come soloEinstein. Perché è l’amore, forse, la teoria più grande e il mistero più affascinante della nostragalassia.
LA TEORIA DEL TUTTO – TRAILER
Davide Sica