La Stranezza: la recensione del film diretto da Roberto Andò con Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone. La pellicola, una produzione Bibi Film e Tramp Limited con Medusa Film e Rai Cinema, in collaborazione con Prime Video, arriverà nei cinema dal 27 ottobre.
Il film è stato presentato durante la diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public.
LA STRANEZZA – LA RECENSIONE
Toni Servillo ha spuntato l’ennesima casella nella lista dei personaggi da interpretare: dopo essere stato il drammaturgo Eduardo Scarpetta nel film di Mario Martone Qui rido io, in La stranezza di Roberto Andò è invece Luigi Pirandello.
Un altro drammaturgo, certo, ma con in più un Nobel per la letteratura.
Pirandello, siciliano ora trapiantato a Roma, nel 1920 torna nella sua Girgenti (l’odierna Agrigento) e qui per un lutto entra fortuitamente in contatto con due becchini molto sui generis. Sono Onofrio e Sebastiano, interpretati rispettivamente da Salvo Ficarra e Valentino Picone, che di notte dimenticano il loro lavoro, fatto di salme da imbellettare e di loculi da trovare (e da pagare profumatamente), scrivendo e interpretando commedie comiche, ma ora alle prese con il loro primo dramma.
È tutto questo scenario che dà l’abbrivio alla ritrovata ispirazione di Pirandello, in balìa fino a quel momento di una “stranezza” che ostacolava il suo estro creativo.
Questo almeno fino alla sera del debutto quando un imprevisto sconvolge la messa in scena di quei “dilettanti professionisti” (come si definisce Onofrio) e il drammaturgo riceve una vera e propria epifania.
Il resto è storia. Questa volta storia vera.
Il 9 maggio 1921 la prima a Roma di Sei personaggi in cerca d’autore. È un fiasco: un pubblico molto aggressivo non accoglie l’innovazione pirandelliana e definisce l’autore un buffone. Tredici anni dopo però, il riconoscimento più alto di ogni carriera e anche un’opera che è diventata un classico imprescindibile della letteratura e del teatro italiani e non solo.
Tra invenzione e realtà, teatro e vita, Roberto Andò fa l’eziologia di un capolavoro e ricostruisce in maniera bizzarra e scanzonata il momento forse più buio della vita creativa di Pirandello. Una menzione all’accostamento, atipico per i più, tra uno degli attori italiani più impegnati degli ultimi anni e un duo comico ben consolidato che davvero non sfigura.
Un’interazione che non crea dissonanze, ma un’altra stranezza. Esperimento riuscito.
LA STRANEZZA – IL TRAILER
Vittorio Russo e Fabiola Palumbo