Index Zero: la recensione della pellicola diretta da Lorenzo Sportiello, presentata durante la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Nel cast Ana Ularu, Antonia Liskova, Simon Merrells e Velislav Pavlov.
INDEX ZERO – LA TRAMA
2035. Kurt e Eva vivono nella barriera oltre l’Europa e considerati non-sostenibili da un mondo diventato profondamente cinico dopo la globalizzazione e la crisi economica. I due tentano di entrare in Europa illegalmente ma vengono catturati e divisi. Il loro gesto provocherà la ribellione di tutti i non-sostenibili della Terra..
Presentato al Festival Internazionale del Film di Roma, “Index Zero” è il coraggioso lavoro del regista Lorenzo Sportiello, che si avvale di un cast misto, internazionale e non, e che soprattutto si fa forte della nostra curiosità.
Si perché leggere sul programma di un festival internazionale, sotto la voce “genere”, la parola fantascienza, riferito a una pellicola italiana, porta certamente attenzione e curiosità, oltre a far nascere una lunga serie di discussioni.
Com’è ben noto ai più la produzione cinematografica nostrana sembra sempre essere rivolta (tralasciando ovviamente il cinema indipendente) alla commedia, commedia sempre più bistrattata e omologata in un format quasi televisivo, dove molte trame e sviluppi convergono fino a quasi formare un unico film. Mediocre.
Ebbene, anche per ragioni economiche e, perché no, politiche, sappiamo bene quanto sia dura per un giovane cineasta slegarsi dai soliti sentieri e avventurarsi in strade forse più rischiose.
Lorenzo Sportiello ci prova, certamente con qualche difetto, ma osa, sperimenta, propone, influenzato dal cinema di genere e dal suo percorso, e forse anche condizionato dall’immobilismo che sembra regnare anche nel cinema nostrano, non solo nel sistema-Italia.
MISTER LINK – LA RECENSIONE
Ispirandosi a pellicole come “District 9“, soprattutto nelle atmosfere, e orientandosi verso una fantascienza consona alle proprie possibilità, egli sceglie di realizzare un film che non si ancori a chissà quali ambientazioni da “Star Wars” ma di pensare ad un domani il più realistico possibile, certamente dispotico, ma non troppo lontano dalla realtà. A cambiare, nel mondo di “Index Zero” è più che altro la mentalità della popolazione mondiale. Il passato che lascia strascichi nel futuro, lo incattivisce e indurisce, ma non lo scontra con creature bizzarre o magiche, per non dire aliene.
C’è crudeltà e non lascia spazio al sentimentalismo, il mondo regredisce anziché procedere verso un’evoluzione che nel mondo di Sportiello sembra essersi fermata, trainata all’indietro da nuove ghettizzazioni e antichi soprusi e divisioni.
“Index Zero” affascina per la sua spregiudicatezza che va per sottrazione, così come le ambientazioni fredde e dirette come uno schiaffo in faccia che non trascina tuttavia una narrazione abbastanza scontata. Ecco perché a Sportiello quel poco di spavalderia in più è mancata e ha intaccato il film.
Ma il giudizio non può che rimanere positivo: quando molto più cinema italiano (e ancor di più le istituzioni cinematografiche) sapranno osare come “Index Zero“, allora vorrà dire che una svolta audace e un tentativo creativo diverso saranno in atto. E vorrà dire che il cinema italiano, forse, potrà ambire a quella qualità e varietà artistica così rara al giorno d’oggi.
INDEX ZERO – TRAILER
Davide Sica