Il Giovane Favoloso: la recensione del biopic di Mario Martone sulla vita di Giacomo Leopardi, in concorso al 71. Festival di Venezia. Elio Germano interpreta Leopardi nella pellicola che sarà il prossimo 16 ottobre nei cinema. Nel cast troveremo anche Anna Mouglalis, Isabella Ragonese, Michele Riondino, Iaia Forte, Federica De Cola, Massimo Popolizio, Edoardo Natoli, Paolo Graziosi, Valerio Binasco, Sandro Lombardi e Raffaella Giordano.
E finalmente, dopo giorni vuoti, un lampo. Non può che essere questo l’incipit per descrivere ciò che Mario Martone, col suo giovane favoloso, ha voluto mostrare in quel di Venezia.Nel raccontare la tormentata vita di Giacomo Leopardi, il regista di “Noi credevamo” si avvale di potenza poetica, di sublime pensiero filologico e magnificenza estetica. È lui a guidare un interprete straordinario, Elio Germano, nelle viscere più profonde del genio letterario.
IL GIOVANE FAVOLOSO – LA TRAMA
L’esistenza di Giacomo da Recanati è declinata nella sua più profonda espressione. Il suo paese natío, sorgente di ispirazione ma legame insostenibile e insopportabile, è uno spicchio di vita impacchettata dal padre, che per il figlio vorrebbe un futuro da studioso ecclesiastico e che si sente minacciato dall’arrivo dell’intellettuale Giordani, mentore di Giacomo, accusato dalla famiglia di innestare nella mente del figlio pensieri rivoluzionari.Leopardi con fatica evade da quel contesto, così limitato e circoscritto, grazie anche all’appoggio dei fratelli, Carlo e Paolina. La malinconia e la sensazione di perenne infelicitá mai abbandonano il suo spirito e il suo corpo, così provato da lunghe ore sui libri, si deforma sconnessamente. Ma non vi è alcun nesso con i suoi tormenti esistenziali. Guai a proferire tali affermazioni. E checchè se ne dica il regista è coerente in tal senso.
Le avventure a Firenze e Napoli con il fido amico Antonio diventano passaggi ingombranti ma ricercati da Leopardi, che in Toscana conosce il dolore dell’infatuazione e nella città campana, messa in ginocchio dal colera, affronta sofferenze indicibili ma trova anche una parvenza di quiete e soprattutto di vita, tra la gente comune certamente più amata dei salotti buoni.Martone affascina nell’insieme, dando dimostrazione di godere di sapiente destrezza nel mescolare un’immagine così fascinosa con dei dialoghi intensi che hanno la peculiarità di non eccedere pur trattando un tema e un personaggio che fanno del verbo e dei versi una ragione di vita. Germano contribuisce a tutto questo con una recitazione piena, corposa e alle volte sopra le righe ma non per questo fuori luogo o insofferente. E il film chiude con uno dei passaggi di Leopardi più belli in una scena memorabile, grazie anche alla compiutezza di una fotografia che non può non emozionare. Il giovane favoloso è la straordinaria e degna sintesi del pensiero leopardiano e, vista la mediocrità d’insieme “ammirata” al Lido sinora, probabilmente la pellicola italiana con le più alte credenziali di vittoria alla 71.ma Mostra di Venezia.
IL GIOVANE FAVOLOSO – IL TRAILER
Davide Sica