Eden: la recensione del film diretto da Mia Hansen-Love presentato nella sezione Gala del nono Festival Internazionale del Film di Roma. Nel cast Felix De Givry, Pauline Etienne, Vincent Macaigne, Greta Gerwin, Golshifteh Farahani.
Eden ci trasporta, a partire dal 1992, direttamente nelle scene dei rave illegali di quegli anni, attraverso i suoni della musica elettronica. Ma la pellicola diretta dalla regista Hansen-Løve non è tanto un film sull’esplosione della Garage House in Francia ma un ritratto di Paul, un giovane DJ francese – un ragazzo come tanti – che lotta nella scena musicale underground di Parigi, tra gioie fugaci e delusioni della vita artistica e amorosa annegandole di alcool e cocaina.
Il ritmo incontrollabile dell’elettronica scandisce lo scorrere del tempo e i decenni che si susseguono sembrano non cambiare – e non far crescere – Paul. Qualunque cosa succeda, qualunque trauma, delusione o bella notizia accada, lui si rifugia in quello che ama veramente e quello che lo fa star bene: la Garage House e i suoi vinili.
Eden è ispirato alle vicende di Sven, fratello della regista (che ha sceneggiato con lei il film), noto DJ degli anni ’90, e tra i pionieri del french touch, musica elettronica francese esportata anche negli States.
Colpito da questo nuovo stile musicale, Paul forma un duo di DJ con il suo amico Stan, e formano i Cheers. Il tempo passa, la loro musica si evolve così come la sua cerchia di collaboratori si allarga gradualmente tra amici, parassiti sociali e fidanzate. Dai primi anni ’90 la pellicola ci porta fino al giorno d’oggi, con l’avanzare del tempo anche i debiti iniziano ad accumularsi. I gusti cambiano e le mode si evolvono e alla musica house si preferisce la salsa per festeggiare il nuovo anno. Ma gli unici che non passano di moda sono i Daft Punk (anche se effettivamente nessuno li conosce veramente).
In Eden la regista Mia Hansen-Løve evita gli stereotipi del genere, lasciando scorrere la storia in maniera lineare e con pochi, piccoli, cambiamenti. Come la musica elettronica anche il film è una fusione di stile: è approfondito, struggente e dall’impeccabile colonna sonora. Ma a tratti anche noioso e con certi momenti di caduta narrativa. Un buon film, ma davvero troppo lungo per quel che racconta.
EDEN – IL TRAILER
Marco Visco