Carosello Carosone: la recensione del film diretto da Lucio Pellegrini, in onda in prima visione su Rai1 giovedì 18 marzo alle 21.25.
“Carosello Carosone” è un film tv, una produzione Groenlandia in collaborazione con Rai Fiction, prodotto da Matteo Rovere e Sydney Sibilia. Scritto da Giordano Meacci e Francesca Serafini, tratto dal libro “Carosonissimo” di Federico Vacalebre, edito da Arcana Editore. Le musiche sono curate dal maestro Stefano Bollani. A vestire i panni del musicista napoletano il giovane Eduardo Scarpetta (L’amica geniale, Capri – Revolution). Al suo fianco Vincenzo Nemolato (Paradise, Gomorra – La serie 2) che interpreta il ruolo di Gegè Di Giacomo, il batterista-fantasista sempre al fianco di Carosone, e Ludovica Martino (Skam Italia, Il Campione, Sotto il sole di Riccione) nel ruolo di Lita Levidi, la ballerina di spicco che il musicista conosce ad Asmara e che diventa sua moglie.
CAROSELLO CAROSONE – LA TRAMA
Carosello Carosone racconta l’ascesa ai vertici delle classifiche internazionali di Renato Carosone, il musicista italiano più famoso al mondo. Un’avventura rocambolesca e colorata all’insegna della musica, del divertimento e della sperimentazione.
CAROSELLO CAROSONE – LA RECENSIONE
È il 6 gennaio del 1958 e alla Carnegie Hall di New York tutti aspettano Renato Carosone. Per arrivare fin li il viaggio è stato lungo. Non ha ancora diciott’anni che lascia Napoli per l’Eritrea a la Somali, quel viaggio sarà l’inizio della sua carriera. Tornato a Napoli, quasi per caso farà l’incontro con il paroliere Nisa, dal loro sodalizio nasceranno grandi successi nazionali e internazionali.
Ma al massimo del suo trionfo, Carosone farà una inaspettata scelta di vita.
Carosello Carosone è un film per la tv, una produzione Rai Fiction e Groenlandia. La Rai continua la sua divulgazione delle biografie degli italiani che fecero grande l’Italia. L’omaggio a Carosone è più che meritato, visto che ad oggi, nessuno a parte lui è stato per tre volte in testa alle classifiche americane.
Film molto elegante, curato sia nelle scene che nei costumi, la musica è affidata a Stefano Bollani. È talmente curato nell’aspetto estetico da risultare finto, la sceneggiatura è la pecca del film. La storia si riduce ad un semplice elenco di cose che succedono nella sua vita, senza riuscire ad appassionare, mentre la parte musicale è davvero ben curata, si dà grande importanza alla conoscenza musicale di Carosone, contaminata da diverse influenze: classica, napoletana, ritmi africani e ovviamente la musica americana.
Sara Gentili