A Proposito di Apes Revolution – La Recensione

Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie: la recensione del film diretto da Matt Reeves con Andy Serkis, Jason Clarke, Gary Oldman, Keri Russell, Toby Kebbell,Keir O’Donnell, Kodi Smit-McPhee, Enrique Murciano, Kirk Acevedo, Judy Greer, Karin Konoval eJ ocko Sims. Apes Revolution sarà il 30 luglio 2014 nei cinema.

Scimmie contro Umani: una lotta per la sopravvivenza fra due specie ugualmente crudeli e intelligenti!
Il 30 luglio tornano al cinema, con il sequel de “L’Alba del Pianeta delle Scimmie” del 2011, le scimmie intelligenti guidate dallo scimpanzé Cesare

APES REVOLUTION – LA TRAMA

Questo film si ricollega al precedente colossal fin dai titoli di testa, durante i quali scopriamo come l’infezione del virus ALZ-113, creato in laboratorio per curare l’Alzheimer, sia diventata una pandemia planetaria. Il virus, oltre a sterminare senza pietà la popolazione terrestre, ha dotato le scimmie, usate come prime cavie da esperimenti, di un super intelletto e della capacità di parlare. Veniamo introdotti nella vita quotidiana della comunità di primati, guidati dal leader carismatico Cesare (Andy Serkis), ormai stabilitasi nella foresta di Muir, vicino San Francisco.
L’autoritario scimpanzè guida circa duemila suoi simili, ha messo su famiglia con la scimpanzè Cornelia (citazione: era il nome della prima moglie di Giulio “Cesare”), dalla quale ha due figli, l’adolescente OcchiBlù e un neonato. A consigliare il capo scimmia, non sempre nel bene, ci sono il crudele bonobo Koba (Toby Kebbell), il saggio orango Maurice, il fedele Rocket. A portare scompiglio nella comunità arriva un manipolo di umani, provenienti dalla comunità dei sopravvissuti di San Francisco. Li guida Malcolm (Jason Clarke), architetto vedovo con figlio adolescente al seguito.
Malcolm ha una relazione con Ellie (Keri Russel), donna coraggiosa e affascinante, e cerca insieme ai suoi compagni, di dare un futuro alla razza umana e in particolare al figlio Alexander (Kodi Smit-McPhee). La missione del gruppo è riattivare una centrale idroelettrica presso una vecchia diga. Il ferimento di un giovane primate, ad opera della immancabile “testa calda” del gruppo umano, crea il primo incidente diplomatico fra le due specie. Malcolm vorrebbe battere la strada del dialogo e della fiducia, come successivamente deciderà di fare anche Cesare. Dreyfuss (Gary Oldman), capo della comunità umana ed ex poliziotto, vuole a tutti i costi sterminare la minaccia rappresentata dalle scimmie. A ruoli invertiti, Koba vuole massacrare tutti gli umani, perché “da essi ha imparato solo l’odio“. 
Koba non si lascia sfuggire l’occasione di fomentare le ostilità e inevitabilmente il conflitto ha inizio…

Questo film mi ha piacevolmente sorpreso. Di certo non per la trama, a mio parere prevedibile e volutamente lineare. Quello che mi ha sorpreso è l’altissimo livello tecnico raggiunto dalle riprese 3D native, unite alla tecnica della “performance capture” realizzata in loco, nella foresta.
La “Performance capture” prevede che un attore indossi una tuta coperta di sensori e che venga poi ripreso da numerose videocamere speciali a raggi infrarossi. Sulla mappatura dei suoi movimenti e delle sue espressioni facciali verranno poi applicate le fattezze della creatura. Quando ho letto che tutte le scimmie del film sarebbero state “creature digitali“, credevo che i “performer”, come Serkis e Kebbell, sarebbero stati ripresi in teatro di posa per poi essere inseriti nella ripresa esterna in fase di “compositing” (processo digitale in cui vengono “fuse” insieme le riprese di provenienza diversa).
Invece le videocamere e tutte le attrezzature sono state installate nelle foreste di Vancouver e di New Orleans, per far sì che l’effetto fosse più naturale e immersivo. La Weta Digital (la stessa de “Il Signore degli Anelli”) ha fatto davvero miracoli! Il 3D è di ottimo livello, giocato sulla profondità ma anche sui primissimi piani a “impallare”: non è raro che una delle scimmie si vada a posizionare “davanti alla telecamera, impedendoci la visuale (una “licenza poetica” del regista? Chissà?!).
Le interpretazioni dei performer, di coloro che danno i volti alle scimmie, sono veramente convincenti. Io penso di poter dire con sufficiente convinzione che li considero attori che meritano pari dignità rispetto a chi “ci mette la faccia”, anzi quasi di più, viste le condizioni di lavoro disagiate. Ma siamo in pochi a riconoscere loro questi meriti. Gary Oldman non ha bisogno di presentazioni e ci regala sempre ottime prove d’attore. Dreyfuss, il suo personaggio, è duro e ostinatamente vendicativo, ma ha anche dei momenti di commozione, come quando il ritorno della corrente elettrica gli consente di vedere sul tablet le foto dei suoi bambini perduti. Un uomo manicheo, che vede solo bianco o nero, disposto al sacrificio estremo per difendere i suoi ideali. 

Jason Clarke (che ha studiato sia da attore, sia da regista) è convincente nel suo ruolo: un essere umano disposto a umiliarsi pur di essere ammesso al cospetto di Cesare. Malcolm tratta la proscimmia da pari a pari, per guadagnarsi la sua fiducia e riesce nell’impresa. Un uomo che sa di avere molti dei suoi simili da proteggere e da non deludere, è disposto anche a puntare un fucile in faccia ai suoi superiori, per evitare un inutile massacro di scimmie. Lo abbiamo visto in “Sotto Assedio – White House Down”, per la regia di Roland Emmerich, e anche in “Nemico Pubblico” di Michael Mann e “Death Race” di Paul W.S. Anderson.
Keri Russel a mio parere ha molto fascino, anche non truccata e coperta di fango, e non è poco. Sa recitare, come ha dimostrato nella serie “The Americans” e nel film “Dark Skies – Oscure presenze”.
Se dovessi nominare, come a volte si fa appena usciti dal cinema, la scena che mi ha colpito di più, sceglierei il combattimento fra Cesare e Koba, perché ci ho visto una allegoria del conflitto che a volte avviene nell’animo umano: la razionalità contro la bestialità, l’intelletto della corteccia cerebrale contro l’istinto primordiale da rettile.
Un’ultima nota, da una dichiarazione del regista, per coloro che pensano che i film “fantasy” non siano il loro genere. Matt Revees afferma: “la cosa importante è trovare l’aspetto reale, quindi prendere l’unico elemento fantastico e far sì che sia veramente l’unico“.
Nel film questo elemento è che sono scimmie intelligenti, tutto il resto è perfettamente realistico. E devo dire che in un certo qual modo Reeves, già regista di “Cloverfield” nel 2008, coglie nel segno!

APES REVOLUTION – TRAILER

Giorgio Stancati

This website uses cookies.